Dico la mia su Junior Cally che definisce “la sua arte” un’espressione di libertà

Dico la mia su Junior Cally che definisce “la sua arte” un’espressione di libertà

 “Porca tro*a, quanto ca**o chiacchera? L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa. C’ho rivestito la maschera”.Cit

Ho sempre saputo che in ogni Paese civile ci sia libertà, ma che in ogni libertà ci siano anche delle regole e delle leggi affinché nessuno possa permettersi di invadere o ledere la libertà degli altri.

La notizia sulla partecipazione di questo Junior Cally a San Remo è su tutti i giornali e social, I media hanno dato il via ad una raccolta di segnalazioni da inviare alla commissione Rai per escluderlo da San Remo.

Proprio in questi giorni riflettevo sul mio anno di “AMORE MALATO” che mi ha permesso di incontrare diverse donne che si sono raccontate a me con le loro esperienze.

Il tema della violenza sulle donne è molto delicato e non possiamo assolutamente permettere che nemmeno “questo tipo di arte” possa esprimere concetti così delicati che vanno ad alimentare delle reazione sbagliate.

Questo genere musicale è rivolto principalmente ai ragazzini e adolescenti ed è proprio in questa fase così delicata che certe informazioni potrebbero danneggiare irreparabilmente la formazione di quelli che saranno gli uomini di domani.

Come artista ma soprattutto come mamma, non posso permettere che certi concetti passino come normalità o come “forma d’arte”.

Mi dispiace che il solo parlarne crei ulteriore pubblicità a chi meriterebbe secondo me di rimanere nel completo anonimato.

Confido nelle persone e negli enti preposti affinché tutto questo possa essere fermato.

La musica è arte e l’arte è un’altra cosa!

Simona Quaranta.

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